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venerdì 20 gennaio 2012

FORCONI, QUINTO GIORNO DI PROTESTA. STUDENTI IN PIAZZA A PALERMO

Venerdì 20 Gennaio 2012 - 10:54
PALERMO - Per il quinto giorno consecutivo continua la protesta del movimento forza d'urto, composto da autotrasportatori, agricoltori, pescatori, che con presidi in punti nevralgici di varie province blocca il passaggio di tir e camion. Benzinai chiusi nelle grandi città perchè non sono stati riforniti di carburante, supermercati con poche derrate, acqua minerale ormai rarissima, sono alcune delle conseguenze visibili dello sciopero dei padroncini che chiedono soprattutto uno sconto sul prezzo del carburante che serve loro per lavorare. A Palermo ma anche a Catania, Agrigento e Messina sono poche le auto in circolazione: anche di mattina, ora di punta per i lavoratori che si recano in ufficio e le madri che accompagnano i bimbi a scuola, le grandi strade sono semivuote con poche auto che circolano. Mentre lo sciopero dei tir dovrebbe terminare alle 24 di oggi il 'movimento dei forconì, che raccoglie soprattutto agricoltori e artigiani, ha annunciato che la protesta prosegue ad oltranza anche se i presidi saranno allentati. La paura tra la gente è che con l'annunciato sciopero dei benzinai, il proseguimento della protesta dei forconi e dei tassisti, l'approvvigionamento di benzina sia impossibile e la mobilità sia resa difficile.

A PALERMO CORTEO DEGLI STUDENTI Un centinaio di studenti e giovani dei centri sociali sta partecipando al corteo organizzato a Palermo dal coordinamento degli studenti medi, in segno di solidarietà alle proteste degli autrasportatori dell'Aias e degli agricoltori del movimento dei Forconi, al quinto giorno di sciopero in tutta la Sicilia. In testa al corteo, partito dalla Cattedrale, che sta sfilando per corso Vittorio Emanuele, c'è uno striscione con scritto «Rivolta popolare», e alcune bandiere con il simbolo della Trinacria. «Gli attacchi di questi giorni al 'Movimento dei forconì sono strumentali - dice Federico Guzzo del coordinamento studenti medi -. Se è vero come qualcuno dice che ci sono dei mafiosi infiltrati, mi chiedo perchè non facciano i nomi. Appoggiamo la protesta contro la crisi e la globalizzazione, perchè noi la viviamo in prima persona». I manifestanti sono diretti al porto. Corso Vittorio Emanuele èstato momentaneamente chiuso al traffico.

LEADER CONTINUA LO SCIOPERO DELLA FAME Sono ventisei i blocchi stradali ancora attivi in sette province siciliane organizzati dal movimento forza d'urto e che in cinque giorni hanno bloccato tir, autobotti, camion carichi di alimenti, carburante, e altri prodotti. Ogni presidio ha un proprio responsabile che coordina il blocco e decide chi deve superarlo. Intanto è cominciato il secondo giorno di sciopero della fame di uno dei leader del movimento dei forconi, Martino Morsello, dopo le dichiarazioni del presidente di Confindustria Sicilia, Ivan Lo Bello, che ha denunciato infiltrazioni mafiose tra i manifestanti. «Col mio gesto - dice Morsello - voglio che venga accertata la verità di tali gravissime affermazioni e conoscere i nomi dei personaggi mafiosi che potrebbero essere vicini al nostro movimento. Sono sicuro che da parte di tre protagonisti, Mariano Ferro, Giuseppe Scarlata e me, che hanno costituito il movimento, non ci può essere nessuna ombra di dubbio di collegamenti con esponenti mafiosi. Mi rendo disponibile a collaborare con Lo Bello e i rappresentanti di categoria e le istituzioni per arrivare ad accertare eventuali infiltrazioni nel movimento».

LA PROTESTA DEI FORCONI In Sicilia è scoppiata la rivoluzione. La protesta «dei forconi», contro il caro-carburante e per l’abbattimento dei pedaggi e dei costi di traghettamento, ha ormai paralizzato l’isola. A Palermo e Agrigento non si trova una goccia di benzina. Irreali le scene in città: strade deserte, solcate solo dai cortei dei manifestanti. In testa gli autotrasportatori e gli agricoltori, pescatori e disoccupati, ma in piazza stanno scendendo anche gli studenti. Scarseggiano i generi di prima necessità, acqua e latte. Non viene raccolta nemmeno l’immondizia. La città è ferma, come tutta la regione. Blocchi diffusi, e in aumento, a Catania, Messina, Gela, Siracusa e Enna dove un camion che cercava di forzare un blocco ha ferito a un piede un manifestante. Bloccati tutti i principali snodi autostradali e ferroviari, porti e raffinerie.
La rivolta dei forconi dovrebbe concludersi oggi, dopo cinque giorni di proteste, ma non sono escluse proroghe. Il vento di rivolta infatti sta soffiando anche nel «continente», come i siciliani chiamano la terra ferma. All’imbarco di Villa San Giovanni, in Calabria, i mezzi pesanti si sono fermati in solidarietà con i camionisti isolani. Comitati di supporto stanno sorgendo in tutta Italia e si coordinano in Rete. Su Facebook la pagina Movimento dei Forconi è seguita da 40 mila persone e su YouTube sono centinaia i video girati dai manifestanti. Da Milano a Napoli, da Ancona a Cosenza, sono in programma sit in e manifestazioni in supporto e massima è l’attenzione degli organizzatori perché queste iniziative restino apartitiche.
La polemica di giornata arriva però da Confindustria. «In molte manifestazioni - dice il presidente di Confindustria Sicilia Ivan Lo Bello - erano presenti esponenti riconducibili a Cosa Nostra». «Non siamo mafiosi, chi lo dice faccia i nomi», ribatte uno dei leader del movimento Martino Morsello che in segno di protesta ha iniziato uno sciopero della fame. 

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