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giovedì 1 dicembre 2011

Gela, arrestati due esponenti del clan Emanuello

arresto1 dicembre 2011 - 
A distanza di anni la polizia ha fatto luce su due omicidi avvenuti rispettivamente a Gela nel 1993 e ad Aidone nel 1998 e commissionati entrambi dalla famiglia mafiosa Emmanuello di Gela. Due le ordinanze di custodia cautelare eseguite dalla Squadra Mobile di Caltanissetta in un’operazione congiunta con quella di Enna nell’ambito dell’operazione “Horcynus”, nei confronti di Nunzio Cascino, 43 anni, (gia’ detenuto) e di Gabriele Giacomo Stanzù, 61 anni, originario di Capizzi (Messina) e arrestato presso la sua abitazione di Aidone.
Cascino è chiamato a rispondere dell’omicidio del pastore gelese Nunzio Rolletto avvenuto a Gela, mentre Stanzù è accusato dell’uccisione dell’operaio Franco Saffila e del tentato omicidio del figlio naturale della vittima, Johnny Molara.

Dalle indagini coordinate dalla Dda di Caltanissetta, è emerso che Rolletto, affiliato alla “Stidda”, fu ucciso per un tradimento nei confronti di Angelo Emmanuello eliminato proprio dalla “Stidda”. Rolletto venne ammazzato da due killer a colpi di pistola mentre con la sua auto si stava dirigendo verso il quartiere Caposoprano a Gela.
Mandante del delitto è ritenuto Davide Emmanuello, nipote di Angelo,in concorso con Carmelo Billizzi e Crocifisso Smorta, questi ultimi due reggenti di Cosa nostra a Gela e ora collaboratori di giustizia che con le loro dichiarazioni hanno contribuito alle indagini. Franco Saffila venne invece assassinato per ricambiare un favore a Gabriele Stanzu’, ritenuto vicino alla famiglia di Enna.
Stanzù aveva più volte chiesto al boss Daniele Emmanuello di eliminare Saffila perchè ritenuto responsabile del delitto del padre avvenuto alla fine degli anni settanta. L’omicidio di Saffila venne ordinato dal capo di Cosa nostra di Gela, Daniele Emmanuello.
Il boss gelese incassando la fiducia di Stanzù, proprietario fra l’altro di numerosi immobili anche nella zona di Messina – che Emmanuello avrebbe poi utilizzato durante la sua latitanza – avrebbe così potuto scalare i vertici di Cosa nostra e stipulare un’alleanza strategica con la famiglia di Enna.
La vittima venne uccisa con due colpi di fucile da caccia calibro 12 mentre Saffila era alla guida di una motopala, intento ad eseguire lavori di sbancamento in un fondo di proprietà proprio di Gabriele Stanzu’.
Al momento dell’agguato era presente anche il figlio della vittima, Johnny Molara, che rimase ferito. Fra il padre di Stanzù e Saffila in passato ci sarebbero stati dissapori per il passaggio ad un fondo. Poco tempo dopo il padre di Stanzù venne ucciso. A quel delitto partecipo’ anche Carmelo Billizzi.

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