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sabato 3 dicembre 2011

Lo scandalo degli esami fantasma

Quanti giorni, settimane, mesi hai trascorso sopra quei libri? Quante ore nel sacrificio, nella totale dedizione, nell’assoluta mancanza di altri interessi? E perché lo hai fatto? Per la soddisfazione di ricevere un buon voto? Per la gratificazione che ti giunge dall’aver raggiunto la tua meta in modo onesto e attraverso sforzi reali? Perché ti fa sentire bene guardarti allo specchio ed essere soddisfatto del risultato raggiunto attraverso la fatica?
Perché sacrificarsi quando puoi avere risultati anche migliori senza impegno alcuno, senza stress, senza gastriti nervose e colon irritabili?
È ciò che è successo a Palermo: 32 le persone indagate per lo scandalo degli “esami fantasma”. L’inchiesta, avviata già da un anno, ipotizza i reati di falso, frode informatica e corruzione.
Sembra surreale, ma purtroppo non lo è. E appena laureati per loro era già pronta una carriera per altri impensabile, un posto nella società che per altri resterà sempre irraggiungibile.
Ma mi chiedo come possa sentirsi un giovane “laureato” senza sforzi, vedendo un collega non superare un esame a lui regalato.
Da studentessa, dire che questa notizia mi fa inalberare, è un grazioso eufemismo. Probabilmente, con la mia visione meritocratica della vita, non riuscirò ad andare avanti, ma preferisco, di gran lunga, la soddisfazione che riesce a regalarmi un 24 sudato ad un 30 regalato.
Adesso torno a studiare. Tra pochi giorni Io sosterrò un esame. Chissà in quanti lo hanno già nel libretto senza aver mai aperto libro…
Rosaura Bonfardino

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