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domenica 5 giugno 2011

Capo Bianco e Eraclea Minoa

Capo Bianco e Eraclea Minoa Situati all'inizio di Capo Bianco, i resti della città greca di Eraclea Minoa occupano un luogo magnifico sul bordo di una collina solitaria sul mare. Ai suoi piedi, la costa apre nella lunga e bianchissima spiaggia di Capo Bianco, coronata da una bella pineta. Minoa venne fondata nel VI secolo a. C. dai coloni greci di Selinunte. Il nome però venne completato da Eraclea soltanto in età greca. La città fu citata ripetutamente da Erodoto come colonia selinuntina, a proposito della spedizione spartana di Dorieo in Sicilia, dopo il cui fallimento Eurileone occupò la città verso la fine del VI sec. a.C. In quel periodo si colloca anche il successo agrigentino su Minoa che dovette cedere il suo potere ad Akragas (Agrigento) per tutto il V secolo a.C. Tra il 488 e il 473 a.C., Terone, tiranno di Siracusa, avrebbe ritrovato qui la tomba del re cretese Minosse. Il tiranno comunque, restituì subito le sue ossa ai Cretesi. Dal 465 al 473 la città fu occupata dai mercenari siracusani e in seguito liberata dagli Agrigentini e dagli stessi Siracusani. Nel V sec. a.C., scoppiata la guerra tra Cartaginesi e Greci in Sicilia, Minoa fu presa dai Cartaginesi che vi installarono una base militare, prima della caduta definitiva di Akragas nel 406 a.C. Nel 277 fu strappata ai Cartaginesi da Pirro e conquistata successivamente dai Romani nel III secolo a.C. Nel I secolo d.C. la città, ormai teatro di guerre, era completamente disabitata. Gli scavi iniziarono soltanto nel 1950 portando subito alla luce i resti di antiche abitazioni costruite con mattoni crudi, ricoperte ancora oggi da frammenti di mosaico. Particolare rilievo ha il teatro, sistemato in una cavità della collinetta, che però appare in cattivo stato di conservazione perché costruito con una pietra molto friabile. Un piccolo antiquarium riunisce oggetti provenienti in massima parte dalla necropoli. Si conserva in buono stato, invece, la torre circolare e quella quadrangolare cui è legato un tratto della cinta muraria della zona Nord-Orientale. Prima di giungere agli scavi, incontrerete le bianche dune di marna (una miscela di argilla e calcare pulita dai fenomeni di erosione)modellate dal vento che ricamano la parete a chiusura del capo a Est e che emergono da un mare ricco anche nei fondali: habitat incontaminati per molte specie di molluschi e di piccoli pesci che solcano beati immense distese di Posidonia oceanica.

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