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lunedì 11 luglio 2011

Dati Istat sulla disoccupazione Niente di buono per la Sicilia

disoccupazione-giovanile

11 luglio 2011 - Il Mezzogiorno è sempre più nei guai. I dati Istat parlano chiaro. Nel primo trimestre 2001 la percentuale del tasso di disoccupazione è a doppia cifra in tutte le regioni meridionali.
In particolare, sono Sicilia e Campania a scontare le quote di senza lavoro più alte, raggiungendo rispettivamente i tassi del 15% e del 15,6%.
2.155.000: questa la cifra dei disoccupati in tutto il Paese, di cui ben il 50% si trova al Sud. Mentre l’Italia si spacca sempre più a metà, alla nostra Isola viene attribuita la maglia nera per l’occupazione femminile registrando un tasso del 18,1%.

“Purtroppo – dice l’assessore al Lavoro Andrea Piraino - i dati fotografano una realtà drammatica che bisogna in qualche modo riuscire a capovolgere. Sono necessarie politiche vere e di sviluppo. La Sicilia deve produrre richezza. Stiamo lavorando ad una legge per lo sviluppo, per rimettere in moto l’economia siciliana. Bisogna anche dire che, oltre alle nostre insufficenze, subiamo purtroppo le tensioni nazionali che il governo puntualmente tende a scaricare sul Sud. La Sicilia ha dei blocchi da parte del governo su una serie di finanziamenti che impediscono lo svolgersi e il svilupparsi di una serie di iniziative molto importanti per l’Isola”.
Anche la segretaria regionale della Cgil, Mariella Maggio pensa che la Sicilia è abbandonata dal governo centrale è dice: ”I dati fotografano un problema presente  in Sicilia da anni. Se da un lato il governo nazionale non crea dei progetti strutturali per il rilancio della nostra isola, dall’altro – dice la segretaria – esiste un’azione speculare dei governi regionali che si sono susseguiti negli ultimi anni in Sicilia. La situazione è ancora più grave di quella che sembra. Ricordiamo che la nostra isola è la patria degli inoccupati, ossia di tutti quei giovani e non che hanno perso le speranze nel trovare lavoro. Che il governo regionale – conclude la Maggio – metta mano ai bilanci tagliando tanti rami secchi che appesantiscono la nostra crescita economica e crei immediatamente una riforma della pubblica amministrazione. La Sicilia non ha bisogno di precariato e clientelismo, ma di risposte concrete dai suoi governanti”.

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