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sabato 28 maggio 2011

Cefalù

Grazie all'importanza strategica del luogo, protetto da un'imponente rocca, 
e alla fertilità del territorio, già in epoca primitiva esseri umani si stanziarono 
nella zona di Cefalù. La loro presenza è testimoniata dai reperti ritrovati nelle
 grotte del versante orientale della rupe. La storia urbana del centro ha inizio
 però nel V secolo a.C. l'epoca a cui risalgono i resti delle mura megalitiche
 che perimetravano la cittadina ai piedi della rocca. Fu proprio quest'ultima,
 per la sua posizione preminente, a dare il nome all'insediamento, che fu 
Cephaloedium, cioè "testa", per la forma della rupe stessa. Il centro fu poi 
rifondato da Ruggero II nel XII secolo e risistemato in base al disegno 
urbanistico che ancor oggi lo caratterizza. Il significato di questa rifondazione
 si coglie soprattutto nel duomo, simbolo e sintesi del potere di Ruggero, che 
accentrò nelle proprie mani non solo il potere politico ma anche quello religioso. 
A partire dalla seconda metà del XIII secolo ebbe indiscussa supremazia nella 
cittadina la famiglia Ventimiglia, la cui residenza era l'Osterio Magno, un palazzo
 fortificato di fondazione normanna, ancora visibile lungo il corso principale. 
La cittadina, demanializzata nella seconda metà del XV secolo, visse un periodo 
di tranquillità e benessere, interrotto da un periodo di relativa decadenza nel 
corso del XIX secolo, dal quale negli ultimi decenni si è risollevata grazie ad una
 fiorente industria turistica.

La Cattedrale (Trasfigurazione di Nostro Signore) fu
 fondata nel 1130 per volere di Ruggero II il quale, secondo 
la leggenda, aveva fatto voto di costruirla se fosse uscito 
sano e salvo da una terribile tempesta che aveva investito 
la sua nave in viaggio per Palermo. La furia degli elementi lo
 scagliò sulla spiaggia di Cefalù, dove dunque il re pose la 
prima pietra dell'imponente costruzione. Si tratta indubbiamente di una delle 
più belle cattedrali del mondo, perfetto esempio dello stile romanico meridionale. 
Il prospetto è fortemente caratterizzato dalle due torri angolari, aggiunte nel 
1240, la cui massiccia mole è alleggerita da monofore e bifore. La facciata è 
decorata da un intreccio di due ordini di finte loggette che la percorrono da 
un'estremità all'altra. Nel 1472 vi fu aggiunto un arioso portico a triplici archi. 
L'interno è a tre navate, scandite da due file di colonne in marmo sulle quali 
poggiano sette arcate. Il soffitto della navata centrale è in legno dipinto e costituisce
 un importante esempio di arte islamica in Sicilia. L'abside, la crociera e le pareti 
adiacenti sono decorate da mosaici che fanno capo ad un magnifico Cristo 
Pantocratore, perfetto esemplare di puro stile e lavorazione bizantina, forse la
 più sublime rappresentazione del Cristo realizzata nell'arte cristiana. 
Al di sotto si trovano la Vergine, gli Angeli, gli Apostoli, disposti seguendo i criteri della gerarchia liturgica.
La Fondazione culturale Mandralisca Onlus trae origine 
dalle idee e dagli ideali di un illuminato mecenate dell'Ottocento, 
il barone Enrico Pirajno di Mandralisca (Cefalù, 1809-1864),
 che credeva fermamente nel valore dell'istruzione e a tale 
convinzione ispirò la sua vita e le sue opere. Da segnalare 
nella collezione di opere d'arte il sorriso enigmatico dell'Ignoto 
marinaio di Antonello da Messina , uno degli artisti siciliani rinascimentali più innovatori 
che ebbe il primato di aver introdotto la tecnica ad olio appresa dai maestri fiamminghi.
Il Lavatoio medievale è considerato la foce dell'antico fiume Cefalino,
 che nascendo dalle montagne di Gratteri sfociava a Cefalù seguendo 
un percorso sotterraneo. In passato dalle pareti di questo lavatoio 
sgorgava un imponente massa d'acqua che proveniva da una sorgente 
oggi esaurita.



Cefalù

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