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giovedì 26 maggio 2011

Il gelato: siciliano o no?E magari una bella granita!ad ogni provincia la sua granita!

Il caldo, una passeggiata e la voglia di qualcosina di dolce e rinfrescante richiamano una semplicissima risposta:GELATO!
Oggi, almeno in Sicilia, ogni “due passi” è possibile imbattersi in una gelateria, il gelato artigianale è diffusissimo e lo troviamo ogni volta che ne abbiamo voglia. A chi, come me, ha solo passato il primo quarto di secolo ed è particolarmente ghiotto di tale prelibatezza, viene difficile immaginare di non poter procurarsi facilmente un po’ di gelato.
Com’è nato il gelato? Facciamo un salto indietro, molto indietro!
Lastoria del gelato è davvero antica e talmente intrecciata da non riuscirne quasi a rintracciare la vera origine. Si tratta dell’evoluzione di quelle che erano bevande ghiacciate in uso nell’antichità.
L’uso della neve mescolata a succhi di frutta, aromi, spezie, miele e poi zucchero era usanza di diversi popoli e in diversi periodi storici.
Ritroviamo tale bevanda nella Bibbia con Isacco che la offrì ad Abramo per ricevere refrigerio; ma anche nell’anticoEgitto, nell’Impero romano, in Sicilia con gli arabi e di lì anche in Italia e poi in Europa.
Direi che, come ogni pietanza, anche questa è stata arricchita pian piano da nuovi elementi con ogni generazione e ogni popolo che l’ha gustata.
È certo però che il gelato italiano vanta ampi riconoscimenti in tutta Europa già dal 1500 con Ruggeri e Bernardo Buontalenti.
Ruggeri, pollivendolo e cuoco di bassa lega, che grazie alla vittoria di una gara culinaria presso la corte dei Medici dove stupì i giudici col suo “ghiaccio all'acqua inzuccherata e profumata” riuscì a conquistare Parigi. La sua personale storia non finì proprio bene, soggetto a minacce e boicottaggi vari da parte di chef gelosi, si trovò costretto a ritornare ai suo polli per ritrovare la pace. Andò invece bene alla ricetta del suo gelato; egli, prima di ritirarsi, la inviò in una busta a Caterina De Medici e lei la diffuse in tutta la Francia.
Bernardo Buontalenti, architetto e artista con la passione per la cucina, si occupava di organizzare feste sontuose; fu proprio durante una di queste che ebbe modo di far conoscere i suoi “favolosi dolci ghiacciati”, gelato a base dizabaione e succo di frutta. Pare che tale preparazione si diffuse, oltre che in Europa, anche in altre parti del mondo.
Arriviamo così al 1600 e torniamo in SiciliaFrancesco Procopio dei Coltelli, proveniente da una famiglia di pescatori, ereditò da suo nonno una macchina ancora molto grezza per poter produrre il gelato, egli la perfezionò riuscendo a divenire uno dei pionieri del business del gelato; infatti, nel 1686 aprì il "Café Procope" a Parigi dove si era trasferito poco tempo prima (oggi il suo café si trova in rue de l' Ancienne Comédie).
Lì era possibile gustare: “acque gelate” (quella che oggi conosciamo come granite), gelati di frutta, all’anice, alla cannella, al frangipane, al succo di limone e di arancia e il sorbetto di fragola. Il café fu frequentato da diversi personaggi illustri quali Voltaire, Napoleone, George Sand, Balzac e Victor Hugo.
Si dice che la che la Sicilia voglia riconosciuta la paternità del gelato perché qui, con l’arrivo degli arabi, questo divenne più raffinato e leggero; con loro si sostituì il miele con lo zucchero ricavato dalle canne e vennero introdotti nuovi succhi di frutta, in primis quelli degli agrumi. Ma in realtà il “gelato degli arabi”, chiamato “Sciarbat”, non era altro che una bevanda a base di neve aromatizzata da essenze di frutti, fiori e spezie varie, simile ad altre già esistenti.
Se non possiamo dire che il gelato sia nato davvero in Sicilia è certo che, con Francesco Procopio dei Coltelli, è da qui che è nata la vera e propria diffusione su larga scala di questa prelibatezza e forse anche la sua fama mondiale.

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